Uno degli obiettivi posti dall’Unione Europea è quello di massimizzare l'utilizzo delle fonti rinnovabili pertanto in ambito di nuova costruzione o di riqualificazione energetica degli edifici è necessario porre particolare attenzione al sistema impiantistico per la climatizzazione degli ambienti.
Spesso ci si interroga se sia più adatto un sistema ibrido o una pompa di calore, la risposta ovviamente può essere data solo dopo un' attenta valutazione tecnica fatta in base a molteplici fattori tra i quali lo stato dell’involucro edilizio e la temperatura di funzionamento del sistema di emissione esistente. Ad esempio nel caso di impianti tradizionali, con temperatura del fluido termovettore prossimo agli 80°C ovvero qualora si voglia agire con la mera sostituzione del generatore di calore, senza quindi intervenire sul sistema di emissione a radiatori esistente, la pompa di calore non risulta essere la scelta migliore.
I sistemi ibridi massimizzano l’efficienza dei due generatori di energia termica: caldaia a condensazione e pompa di calore. Grazie alla capacità di lavorare sia in modalità contemporanea che alternata, il sistema ibrido è in grado di soddisfare il fabbisogno globale dell’unità immobiliare o dell’intero edificio, in caso di impianti centralizzati, sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria.
Nello specifico, in funzione della temperatura esterna, il sistema di gestione elettronico a bordo consente, in caso di temperature esterne molto base, l’avvio automatico della caldaia a condensazione, il funzionamento di entrambi i sistemi (per temperature intermedie) ed infine l’avvio della sola pompa di calore per temperature esterne solitamente maggiori di 7°C.
Tale gestione si ripercuote sulla convenienza economica del combustibile utilizzato di volta in volta: infatti, per temperature molto rigide il valore del COP della pompa di calore diminuisce ovvero, quasi a parità di energia elettrica assorbita il generatore ha una rese termica inferiore. Quindi, appare chiaro che, in presenza di un sistema ibrido, per ottimizzare il risparmio economico, a basse temperature climatiche si prediliga il funzionamento della sola caldaia.
Qualora non si vogliano sostituire i radiatori esistenti, il sistema ibrido rappresenta un buon compromesso per l’efficientamento dell’impianto e per l’incremento dell’utilizzo di fonti rinnovabili per il riscaldamento degli ambienti interni.
In caso le condizioni climatiche esterne non siano proibitive e il sistema di emissione sia a bassa temperatura (ventilconvettori o pannelli radianti) la soluzione più indicata è quella di installare una classica pompa di calore. Con tale sistema il vantaggio è duplice: non solo la soluzione permette di avere un impianto che lavori mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili ma la macchina consente anche di essere implementata in un edificio gas free o in quelle località non raggiunte dal gas naturale cittadino, configurandosi come migliore alternativa ai generatori a combustione. Inoltre l'energia elettrica assorbita per il funzionamento può essere minimizzata con l’implementazione di un impianto fotovoltaico.